L’INAIL descrive gli agenti di rischio di natura fisica (come definiti dall’art. 180 del d.lgs. 81/2008 e s.m.i), ed in particolare il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche (trasmesse al sistema mano-braccio e al corpo intero), insieme agli altri fattori descritti nelle diverse sezioni, tra i principali rischi per la salute nei luoghi di lavoro.
Dai dati provvisori relativi ai lavoratori italiani soggetti alla sorveglianza sanitaria per gli agenti fisici nel 2013, secondo i dati trasmessi all’Inail dai medici competenti nel 2014 con l’Allegato III-B del d.lgs. 81/2008 e s.m.i., risulta che più di 4 milioni di lavoratori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria a seguito di esposizione agli agenti fisici.
Effetti fisiologici
Il rumore può interferire con le attività mentali che richiedono attenzione, memoria ed abilità nell’affrontare problemi complessi. Le strategie di adattamento messe in atto per “cancellare” il rumore e lo sforzo necessario per mantenere le prestazioni sono associate ad aumento della pressione arteriosa e ad elevati livelli ematici degli ormoni legati allo stress. Tali effetti possono avere gravi ricadute sulla salute e comportare, in relazione alle condizioni individuali del soggetto esposto, l’insorgenza di:
- Problemi Cardiovascolari: Ipertensione ed incremento rischio infarto: Esiste ampia e documentata evidenza in letteratura della relazione tra esposizione a rumore ed insorgenza della cardiopatia ischemica e dell’ipertensione.
- Indebolimento difese immunitarie
- Problemi Gastrointestinali


Comunicazione
La parola è comprensibile al 100% con livelli di rumore di fondo intorno a 45 dB(A) di LAeq. Per livelli superiori ai 55 dB(A) di LAeq di livello di fondo (livello medio raggiunto dalla voce umana non alterata), è necessario alzare il tono della voce.
L’eccessivo rumore di fondo interferisce con la capacità di concentrazione ed induce a comunicare con tono di voce alterato, incrementando conseguentemente il rumore di fondo dell’ambiente.
Nelle aule scolastiche e nelle sale congressuali in cui si trovano rispettivamente, bambini (che sono particolarmente sensibili agli effetti del rumore) e persone anziane con diminuzione dell’udito, il rumore di fondo dovrebbe essere di 10 dB(A) di LAeq più basso rispetto alla voce dell’insegnante o dello speaker.
Effetti sull’apprendimento
È ormai assodato da studi condotti in sede internazionale che i bambini esposti a rumore cronico possono manifestare deficit nella capacità di concentrazione. Sembra che essi sviluppino, per far fronte all’effetto distraente del rumore, strategie di apprendimento che causano stress psico-fisico. Parecchi studi hanno poi documentato un collegamento fra rumore e risultati scolastici, in particolare la capacità nella lettura. Il rumore cronico ha effetti negativi sull’abilità nella lettura, al contrario del rumore acuto che sembra avere scarsi effetti. Anche l’abilità nella lingua parlata sembra essere correlata alle capacità nella lettura, per cui risulterebbe che il rumore è in relazione con entrambe.
Riposo e sonno
Il rumore può disturbare il sonno, inducendo difficoltà ad addormentarsi, riduzione della fase di sonno profondo, aumento dei risvegli ed effetti avversi dopo il risveglio o dopo un inadeguato riposo, come affaticamento e deficit delle prestazioni. Questi effetti si possono evitare se i livelli sonori nell’ambiente indoor destinato al riposo sono mantenuti sotto i 30 dB(A) di LAeq di livello di fondo, oppure con livello di picco max sotto 45 dB(A) di LAeq. Tali criteri dovrebbero essere scrupolosamente osservati per gli ambienti di lavoro destinati al turno di riposo dei lavoratori.


Effetti psicologici e comportamentali
La reazione di fastidio (annoyance) e malessere causata dal rumore aumenta ampiamente in base ai livelli di rumore; la maggior parte degli esseri umani risulta infastidita da esposizioni a rumore intorno a 50 dB(A) LAeq. Il rumore elevato induce aggressività ed incrementa la possibilità di comportamenti aggressivi su soggetti predisposti.
A livelli espositivi superiori a 80 dB(A) di LAeq si riducono i riflessi istintivi in risposta a situazioni di pericolo, con potenziali ricadute in termini di sicurezza.
Metodi di Prevenzione
- Adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore
- Scelta di attrezzature di lavoro adeguate, tenuto conto del lavoro da svolgere, che emettano il minor rumore possibile, inclusa l’eventualità di rendere disponibili ai lavoratori attrezzature di lavoro conformi ai requisiti il cui obiettivo o effetto è di limitare l’esposizione al rumore
- Progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro
- Adeguata informazione e formazione sull’uso corretto delle attrezzature di lavoro in modo da ridurre al minimo la loro esposizione al rumore
- Adozione di misure tecniche per il contenimento del rumore trasmesso per via aerea e/o del rumore strutturale
- Opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e dei sistemi sul posto di lavoro;
- Migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione della durata e dell’intensità dell’esposizione; adozione di orari di lavoro appropriati, con sufficienti periodi di riposo.
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO RUMORE
La valutazione del rischio deve essere effettuata da una persona qualificata in qualsiasi azienda, indipendentemente dal settore produttivo, nella quale siano presenti lavoratori subordinati o equiparati ad essi; nei casi in cui non si possa fondatamente escludere che siano superati i valori inferiori di azione, la valutazione deve prevedere anche misurazioni effettuate secondo le appropriate norme tecniche (UNI EN ISO 9612:2011 e UNI 9432:2011).
Per le situazioni nelle quali è evidente che l’esposizione a rumore è trascurabile si può ricorrere alla cosiddetta “giustificazione” che non è necessario approfondire la valutazione del rischio oppure, in casi un po’ più dubbi, ci si può limitare ad alcune misurazioni tali da poter escludere il superamento dei valori inferiori d’azione anche per i lavoratori più a rischio.
Ai fini della prevenzione degli effetti nocivi spiegati di seguito vanno applicati i criteri valutativi ed i valori di azione prescritti dal D.Lgs 81/08 Titolo VIII Capo II.
Nello specifico l’art. 190 del decreto 81/08 stabilisce l’obbligo di valutazione a carico del datore in relazione ai rischi o ai danni che può causare il rumore, ed estende la valutazione anche ai macchinari e alle strumentazioni alternativamente utilizzabili e meno rumorose.
Lo stesso datore di lavoro deve inoltre dimostrare di aver preso in considerazione tutti i dispositivi di protezione per l’udito e di aver analizzato le possibili conseguenze dovute all’esercizio di attività lavorative in ambienti in cui oltre al rumore vi sono delle vibrazioni.